La solitudine ci fa paura perché siamo portati a considerare
più le nostre debolezze che le nostre capacità.
[M.G. Scuderi]
Se ti trucchi ti lascio fu una delle prime cose che mi disse all’inizio della nostra storia. Poi ci furono i vari se ti tagli i capelli, se ti tingi i capelli, se ti metti lo smalto. Non erano cose fondamentali per me e pensai che ti lascio fosse solo il suo modo per esprimere la sua preferenza.
Non lo sapevo allora che richieste del genere sono le prime avvisaglie da cui dovresti capire che è molto probabile che il compagno che stai scegliendo sia un maltrattante.
Mi avevano educato a credere che il non truccarsi fosse un’inequivocabile segno di serietà, ovvero che il truccarsi fosse un inequivocabile segno di minor serietà. Pertanto mi sembrava normale che il mio fidanzato mi chiedesse di non truccarmi perché la sua mente associava la donna truccata alla donna di strada.
Cominciò così un lento processo di spersonalizzazione. Era il mio modo di andare incontro all’altro, di dimostrargli il mio amore. Come se amare equivalesse a rinunciare ad essere se stessi per compiacere l’altro.
E’ stata una storia di ricatti reciproci. A nessuno dei due l’altro piaceva così come era. Avevamo bisogno entrambi di modificare l’altro per riuscire ad accettarlo.
Credo di non averlo mai capito fino in fondo. Credo di non essere mai stata capita, neanche in parte.
Ogni volta che ripenso all’inizio della nostra storia, sto male. Sto male perché so di averlo scelto per colmare un vuoto, una solitudine, non perché ero innamorata di lui. Sto male perché invece che tornare indietro, sono andata avanti, cercando di far funzionare una storia che non poteva funzionare, ma l’ho fatto male e per molto tempo non mi sono perdonata di aver tenuto legato così a lungo a me un uomo che non riuscivo ad accettare così come era.
Amare dovrebbe prima di tutto essere accettazione dell’altro così com’è, in tutti i suoi aspetti. Volerlo diverso è tutto, tranne un segno d’amore. È vero, nonostante tutto mi sono impegnata ad amarlo, ma è stato un errore.
È sempre un errore legare a sé qualcuno che non riusciamo ad accettare fino in fondo perché, legandolo a noi, in realtà gli stiamo negando la possibilità di incontrare chi saprebbe amarlo davvero.
accettare di aver sbagliato per paura della solitudine è il primo passo per perdonarsi le scelte sbagliate. ammettere la paura della solitudine come un motivo valido ed importante per giustificare una scelta sbagliata. l'importante è comprendere di essere fuori strada e cercare di tornare su percorsi più adatti a se stessi. in fin dei conti, è così umano sbagliare…